Come funziona il ballo del Tango?

 

Chi non conosce il ballo del Tango argentino rimane spesso sorpreso e perplesso nel momento in cui gli viene detto che è tutto basato sull’improvvisazione. Non esistono sequenze di passi predefinite, ed è questo che rende meraviglioso il tango!

Stiamo parlando del tango de pista, o tango salon, ossia il tango che viene ballato nelle milonghe. Il tango escenario, invece, quello ballato in teatro e sui palcoscenici, spesso è coreografato, ma soltanto per garantire la massima performance scenica.

Come fanno due persone che non si conoscono a ballare insieme il tango argentino senza sapere quali sequenze di passi si andranno ad eseguire? La risposta è: entrambi devono conoscere il linguaggio del tango che è costituito da un insieme di movimenti del corpo che vengono comunicati tramite l’abbraccio. Ma non basta. Deve anche essere chiaro chi dei due avrà il ruolo di leader (chi guida) e chi di follower (chi segue). Tradizionalmente l’uomo guida e la donna segue, ma i ruoli possono essere scambiati se i due sono in grado di ballare con il ruolo opposto. La coppia di ballo può anche essere composta da due uomini o due donne, l’importante è chiarire il ruolo di ognuno, appunto.

L’abbraccio, quindi, è lo strumento di “connessione” della coppia, quello che consente, pertanto, di comunicare i movimenti. Non esiste un unico modo di abbracciarsi nel tango, ma possiamo comunque definire una struttura d’abbraccio di base: il leader con il braccio destro avvolge la schiena del follower che gli sta di fronte portando la mano fino al centro della sua schiena o in caso di abbraccio più stretto, anche fino al lato opposto. Il follower con il braccio sinistro abbraccia il leader (il suo braccio deve stare sopra a quello del leader). Questo è chiamato il lato chiuso dell’abbraccio. L’altro lato, infatti, che corrisponde al braccio sinistro del leader e destro del follower è il lato aperto, dove ci si prende per mano. Le mani, da questa parte dell’abbraccio, dovrebbero essere all’altezza del viso della donna o poco al di sotto per una questione di comodità ed efficacia della connessione.

In ogni caso, l’abbraccio deve essere piacevole, accogliente, rilassato, comodo e funzionale per la comunicazione. L’abbraccio del tango è un abbraccio autentico, non una postura. L’abbraccio può anche essere modulato durante il ballo per facilitare alcuni movimenti più complessi. Si può passare da un abbraccio molto chiuso dove si sta petto a petto ad un abbraccio più aperto dove la connessione si limita al contatto tra le braccia e le mani.

<< immagini dell’abbraccio>>

Abbiamo detto, quindi che per poter ballare il tango è necessario che ci siano due persone, una con il ruolo di leader ed una con il ruolo di follower, che entrano in connessione tramite un abbraccio.

Entrambe, naturalmente, per poter ballare, devono conoscere il linguaggio del tango. Che significa? Significa che devono sapere come comunicare i movimenti necessari per ballare insieme. Introduciamo quindi il concetto di “marca”. La marca può essere definita come un movimento del corpo del leader e che comunica al follower (tramite l’abbraccio) l’intenzione di eseguire un movimento. Il follower, come risposta, esegue questo movimento  che potrebbe essere, ad esempio, un passo in una certa direzione oppure una rotazione del bacino del follower oppure semplicemente l’estensione di una gamba.

In realtà i movimenti basici del tango sono pochissimi ma le loro varianti, la loro combinazione e sequenza (improvvisata) è infinita! Per poter ricevere la marca e comprenderla, il follower dovrà amplificare il suo “ascolto”, la sua sensibilità corporale. Questo vale anche per il leader, poiché egli dovrà verificare che la marca sia stata ricevuta e compresa “ascoltando” la reazione di movimento del follower prima di poter proseguire nel ballo. Per affinare la marca e l’ascolto è necessaria concentrazione ed esperienza.

Un altro concetto importante per ballare il tango è quello di “asse”. L’asse può essere definito una linea immaginaria che attraversa il nostro corpo dalla testa ai piedi e che ci consente di gestire il nostro equilibrio. Ad esempio, stando in piedi, cerchiamo di sentire il punto in cui si concentra il nostro peso sui piedi, ad esempio sui talloni di entrambi, o sul metatarso, o sulle dita, oppure al centro di un solo piede. Se spostiamo il nostro peso, senza modificare la nostra postura eretta, dai talloni al metatarso, stiamo spostando il nostro asse in avanti. Nel tango è fondamentale controllare il proprio asse. Questo, in condizioni normali, dovrebbe ricadere all’interno del nostro corpo. Per migliorare la connessione ed i movimenti del ballo, dovrebbe essere centrato sul metatarso. Se va oltre, significa che stiamo cadendo. Ci sono tuttavia dei movimenti nel tango che prevedono i cosiddetti “fuori asse” e “asse condiviso”, ma anche questi devono essere marcati, ossia il leader comunica al follower, tramite una certa marca, che dovrà spostare il suo asse verso di lui o nella direzione opposta. Il follower, per poter far questo, dovrà fidarsi del suo partner di ballo, il quale è responsabile di contrapporre il proprio asse a quello del follower per evitare di cadere. Quindi nel tango, per poter ballare bene e sfruttare tutte le sue potenzialità, è necessario che si instauri anche un reciproco rapporto di complicità e fiducia… e questo si può manifestare anche tra due estranei… è la magia del tango!

E’ anche per questo che il tango argentino è molto più di un ballo poiché mette in gioco anche la relazione tra due persone, anche solo per il tempo di un tango.

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