Nascita e sviluppo dell’Orchestra Tipica di Tango

 

orquesta_tipicaIl tango è nato come musica folkloristica, ovvero improvvisata, con melodie talvolta prese in prestito da altri generi musicali o comunque create da appassionati che non avevano, salvo rare eccezioni, alcuna formazione musicale. Apprendevano a suonare gli strumenti come autodidatti oppure con l’aiuto di amici o parenti, non sapevano né leggere né scrivere la musica.

Essendo un genere nato dal basso, tra la gente povera ed emarginata, inizialmente il tango veniva suonato con la chitarra e cantato tramite rime pittoresche ed improvvisate, come facevano i payadores della pampa che, infatti, improvvisavano rime con la chitarra al ritmo di lente milonghe.

E’ proprio la milonga, a quanto pare, il genere musicale tanguero più antico, dal quale poi si sviluppò il tango.

Per i tanghi e milonghe arrangiate a chitarra e voce non possiamo non ricordare lo storico duo Gardel-Razzano (Carlos Gardel e José Razzano) che iniziarono interpretando temi della pampa per poi passare, più tardi, al tango.

Oltre alla chitarra, gli strumenti primordiali del tango erano il flauto, l’arpa, il clarinetto, poi apparve il violino, il bandoneòn ed il contrabasso, strumenti che rimasero poi caratteristici dell’orchestra tipica.

Le prime formazioni includevano, evidentemente, strumenti musicali facilmente trasportabili con i quali i musicisti potevano affrontare le pericolose situazioni dei café e bordelli dei bassifondi. Non era affatto raro, infatti, che la musica e il ballo venissero interrotti da risse o affronti con tanto di accoltellamenti o spari, per cui era necessario scappare. Bazàn, ad esempio, mentre suonava in un locale del quartiere Palermo, venne colpito da una pallottola alla gamba.

Le prime formazioni di questo tipo furono il Trio de Juan Maglio (1899), quello di Enrique Saborido (1902), di Vicente Greco (1903) con un bandoneon e due chitarre e più tardi (1907) il Trio Bazan-Firpo-Palavecino che introdusse il pianoforte. Questo strumento, che diventò importantissimo nel tango, era però raramente disponibile nei locali dei bassifondi.

Non possiamo non citare anche il trio di Francisco Canaro (violino) con Samuel Castriota al pianoforte e Vicente Loduca al bandoneòn. Fu proprio quest’ultimo a fissare la composizione strumentale della futura orchestra tipica.

Il primo quartetto pare fu quello di Bazàn e Poncio (1903) con due violini, clarinetto e arpa; il quartetto di Agusto Berto (1906) con bandoneon, violino, flauto e chitarra ed altri.

Dal 1912, anno in cui il tango esce dall’illegalità e viene accettato dalla società aristocratica, le formazioni iniziano a strutturarsi intorno a tre strumenti fondamentali: il bandoneon, il violino e il pianoforte, alternando diversi strumenti per i bassi (chitarra, armonio o contrabasso).

In quegli anni il tango iniziò ad essere suonato e ballato nei cabaret, come il “Lo de Hansen”, l’ “Armenonville” e il “Royal Pigalle”, locali dove si incontrava l’aristrocrazia, facoltosa e con un gusto raffinato e dove i musicisti erano pagati meglio e dovevano presentarsi ben vestiti. Nei cabarét, inoltre, era disponibile un pianoforte. Questa nuova situazione fa consolidare, e quindi rende caratteristiche, le formazioni composte da pianoforte, violino, bandoneon e uno strumento che funge da basso. Il numero di violini e bandoneones poteva variare ma sempre in modo equivalente. Questa fu la formazione detta “Orquesta Tipica de Tango”, così battezzata da Francisco Canaro durante i balli del carnevale del 1917, quando diresse nel teatro Colòn di Rosario una formazione strepitosa per quei tempi: 2 pianoforti (tra cui Roberto Firpo), 5 bandoneones (tra cui Eduardo Arolas e il giovanissimo Osvaldo Fresedo, 5 violini (tra cui lo stesso Canaro), un flauto, un clarinetto e il contrabasso del nero Leopoldo Thompson (che inventò il ritmo del tango canyengue).

La struttura dell’ “Orquesta Tipica” con pianoforte, contrabasso e numero equivalente di violini e bandoneones venne adottata in tutta l’epoca d’oro del tango (dal ’35 al ’45) e anche negli anni a seguire, fino all’avvento del tango nuevo.

Fonti:

Historia del Tango (16° numero della collana “La Historia Popular”), Centro Editor de America Latina, 1970

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