Tango: Manoblanca

Genere: Tango
Anno: 1939
Musica: Antonio De Bassi
Testo: Homero Manzi

Versioni/Orchestre:

  • Alberto Castillo (1943)
  • Orchestra Angel D’Agostino, canta Angel Vargas (1944)

Note storiche: questo tango parla di (o meglio da voce a) un conducente di un carro trainato da due cavalli, i cui nomi erano “Porteñito” e “Manoblanca”.
Prima del rimpiazzo da parte del trasporto pubblico a motore e ferroviario, la circolazione urbana ed extraurbana di persone e merci era affidata ai carri con cavalli. I proprietari di questi mezzi ne andavano fieri, adornandoli anche con il caratteristico “fileteado porteño“, arte pittorica decorativa popolare che si sviluppò alla fine del XIX secolo nella città di Buenos Aires, con il fondamentale contributo degli immigrati italiani.
Nel testo di questo bellissimo tango il cocchiere incita i suoi due cavalli a raggiungere velocemente l’angolo tra la Avenida del barco 
Centenera e la calle Tabaré, dove la sua amata l’aspetta. Questo angolo del quartiere Pompeya di Buenos Aires (zona sud), è tuttora esistente e chiamato appunto “Esquina Manoblanca” o “Esquina de los poetas” ed è il luogo del “Museo Manoblanca” dove si trovano ritratti dei grandi personaggi del Tango ad opera dell’artista Leon Untroib.
In onore di questo tango e del suo poeta Homero Manzi, cresciuto proprio a Pompeya, a cui dedicò anche altri tangos come “Barrio de Tango“, è stato realizzato un busto che lo raffigura ed un murales del fileteador Jorge Muscia – grande artista contemporaneo del fileteado e nostro caro amico, conosciuto come “El fileteador del Tango” che ha dipinto per noi il logo della Milonga “El Arrabal” e della Milonga “Madreselva”.
Nel video qui sotto, oltre ad ascoltare questo meraviglioso tango, potete vedere le immagini della “Esquina Manoblanca”.

ascolta su youtube:

Testo originale (letra) in spagnolo/lunfardo

Dónde vas carrerito del este
castigando tu yunta de ruanos,
y mostrando en la chata celeste
las dos iniciales pintadas a mano.

Reluciendo la estrella de bronce
claveteada en la suela de cuero,
dónde vas carrerito del Once,
cruzando ligero las calles del Sur.

¡Porteñito!… ¡Manoblanca!…
Vamos ¡fuerza, que viene barranca!
¡Manoblanca!… ¡Porteñito!
¡Fuerza! ¡vamos, que falta un poquito!

¡Bueno! ¡bueno!… ¡Ya salimos!…
Ahora sigan parejo otra vez,
que esta noche me esperan sus ojos
en la Avenida Centenera y Tabaré.

Dónde vas carrerito porteño
con tu chata flamante y coqueta,
con los ojos cerrados de sueño
y un gajo de ruda detrás de la oreja.

El orgullo de ser bien querido
se adivina en tu estrella de bronce,
carrerito del barrio del Once
que vuelves trotando para el corralón.

¡Bueno! ¡bueno!… ¡Ya salimos!…
Ahora sigan parejo otra vez
mientras sueño en los ojos aquellos
de la Avenida Centenera y Tabaré.

Testo tradotto in italiano

Dove vai, carrerito* dell’est,
castigando la tua coppia di cavalli roani,
e mostrando sul carro celeste
le due iniziali dipinte a mano.

La stella di bronzo brilla
inchiodata nella suola di cuoio,
dove vai, carrerito* di Once**,
attraversando velocemente le strade del Sud.

Porteñito!… ¡Manoblanca!…
andiamo, forza, che arriva una salita!
Manoblanca!… ¡Porteñito!
Forza! Andiamo! Che manca poco!

Bene, bene! Ce l’abbiamo fatta!
ora continuate pari passo un’altra volta,
che stanotte mi aspettano i suoi occhi
nell’avenida Centenera e Tabaré.

Dove vai carrerito* porteño***
con il tuo carro fiammante e appariscente
con gli occhi chiusi e sognanti
e un rametto di ruta dietro l’orecchio.

L’orgoglio di essere tanto amato
si intuisce nella tua stella di bronzo,
carrerito* del quartiere Once
che torni trottando verso il recinto.

Bene, bene! Ce l’abbiamo fatta,
ora continuate di pari passo di nuovo
mentre sogno quegli occhi
della Avendida Centenera y Tabaré.

 

*Carrerito: si può tradurre come cocchiere, inteso con tono affettuoso
**Once è un quartiere di Buenos Aires, zona sud
***Porteño significa abitante/originario di Buenos Aires e deriva da porto (persona del porto)

 

Articolo a cura di: Manuela D’Orazio

 

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