Le parole del Tango: “Arrabal”

dagostino-con-angel-vargas-adios-arrabal-lp_MLA-F-3303566398_102012“Arrabal” è una parola chiave nel Tango Argentino, tanto che sono innumerevoli le citazioni di questo termine nei titoli e nei testi (letras) del tango.

Alcuni esempi dei tantissimi temi che nel titolo contengono il termine “arrabal” o il suo aggettivo “arrabalero/a”:

  • “Arrabal” – tango interpretato dalle orchestre di Osvaldo Pugliese e Pedro Laurenz
  • “Arrabal Amargo” – storico tango di C. Gardel/ A. Lepera
  • “Luna de arrabal” – vals di E. Cadicamo / J. C. Sanders
  • “Melodia de arrabal” – tango di C. Gardel / A. Lepera reinterpretato da molte orchestre
  • “Nobleza de arrabal” – tango di F. Canaro / J.A. Caruso e altra versione di F. Canaro / O. Manzi
  • “Sinfonia de arrabal” – di M. P. Huergo, interpretato dall’orchestra di E. Donato
  • “Ventanita de arrabal” – tango di P. Contursi / A. Scatasso
  • “Adios arrabal” – tango di C. Lenzi /J. Bauer reso famoso dall’orchestra di A. D’Agostino
  • “Arrabalero” –  tango di O. Fresedo / E. Calvo
  • “Bandoneon arrabalero” – tango di P. Contursi / Bachicha
  • “Arrabalera” – tango di F. Canaro / S. Piana, cantato da Tita Merello
  • “Arrabalera” – milonga di F. Canaro / R. Mendizabal

conventilloInnumerevoli sono i tangos che contengono la parola “arrabal” o i suoi aggettivi “arrabalero” o “arrabalera” nei loro testi. Qui citiamo solo alcune frasi di temi celebri:

  • “Yo soy el viejo tango que naciò en el arrabal” – “Yo soy el Tango“, tango di D. Federico / H. Esposito
  • “cuentan que fue la piba de arrabal, la flor del barrio aquel que amaba un payador” – “Duelo Criollo”, tango di J. Razzano / L. Bajardo, interpretato da molte orchestre famose tra cui Carlos Di Sarli
  • “vieja pared del arrabal, tu sombra fue mi compañera” – “Madreselva“, tango di F. Canaro, L. C. Amadori, interpretato da molte orchestre
  • “Yo soy del barrio de Tres Esquinas, viejo baluarte de un arrabal” – “Tres Esquinas“, celebre tango di A. D’Agostino / A. Attadia / E. Cadicamo
  • “Pero tu historia es vulgar, novela de arrabal, mil veces repetida…” – “Como has cambiato Pebeta“, tango di E. Rodriguez / R. Cardone / C. Gicoechea
  • “Un arrabal con casas que reflejan su dolor de lata… Un arrabal humano con leyendas que se cantan como tangos…”  – “Farol“, tango di H. Esposito / V. Esposito interpretato, tra gli altri, dalle grandi orchestre di O. Pugliese e A. Troilo
  • “¿Dónde estará mi arrabal? ¿Quién se robó mi niñez? ¿En qué rincón, luna mía, volcás como entonces tu clara alegría?” – “Tinta Roja” – tango di C. Castillo / S. Piana portato al successo dalla grande orchestra di Anibal Troilo con la voce di F. Fiorentino
  • “Qué amable y qué triste es a la vez la soledad del arrabal, con sus casitas y los árboles que pintan sombras” – “Bajo un cielo de estrellas“, meraviglioso vals di E. Francini / H. Stamponi / J. M. Contursi interpretato magistralmente dall’orchestra di Miguel Calò

TapaQuindi cosa significa Arrabal? Non è così semplice spiegarlo, poiché può assumere molteplici significati. E’ un termine spagnolo che deriva dall’arabo “rabad” e significa raggruppamento di case e attività commerciali, un’estensione territoriale al di fuori del controllo municipale e dei piani urbanistici. Fu caratteristico dell’espansione delle città europee durante il Medio Evo come formazione spontanea e incontrollata al di fuori delle mura o intorno a monasteri e conventi. La sua traduzione letterale dallo spagnolo all’italiano è “sobborgo”, “periferia”. In alcuni casi viene associato ai termini dispregiativi di “topaia” o “letamaio” poiché tali periferie erano povere e sporche.

Nel tango, però, questo termine assume un significato molto più ampio e profondo. Fu usato per la prima volta dal poeta Celedonio Flores nel 1919 (nel tango intitolato “Margot”) e successivamente da Homero Manzi (anni ’40) e altri letristi. In quei decenni ci fu una enorme e incontrollata espansione della città di Buenos Aires a causa delle intense ondate di immigrazione provenienti dall’Europa, che erano già iniziate nella seconda metà del XIX secolo. La popolazione della città infatti passò dai 180.000 abitanti del 1870 ai 10.000.000 del 1960. E in questo periodo, nel quale gli “arrabales” erano molto più estesi dei quartieri interni alla città stessa, nacque e si sviluppò il tango… proprio lì, ai margini (“orillas”) della città, dove questa si confonde con la campagna, tra i poveri, gli immigrati, gli emarginati.

arrabal portenoIl termine Arrabal quindi rappresenta anche questo fenomeno di crescita della città, inteso soprattutto come opposizione centro/periferia, ricchi/poveri, proletari/borghesi, quindi assume la connotazione di status sociale umile, di povertà ed emarginazione, anche se vissuta in un quartiere semi-centrale della città. Arrabal come espressione territoriale della divisione sociale. Ma Arrabal rappresenta anche la sub-cultura clandestina che voleva nobilitare, specie tramite l’espressione artistica del Tango, i valori di questa povera gente, la figura del “compadrito”, dell’operaio, elevandoli di status con l’intento di abbattere la divisione tra “le due nazioni” (centro ricco e borghese e periferia povera ed emarginata).

Nei testi di tango ritroviamo quindi continui riferimenti all’arrabal, con accezioni sia negative (tristezza, sofferenza, strade di fango, miseria) che positive (nostalgia dei vecchi tempi, purezza, nobiltà d’animo, autenticità). Questa dicotomia veniva usata anche per rappresentare il cambiamento che poteva vivere una persona nel passare “dalle stalle alle stelle”… e viceversa, dinamiche non così rare nell’Argentina di ieri e di oggi.

 

articolo a cura di: Manuela D’Orazio

 

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