Le principali orchestre di Tango: Orquesta Anibal Troilo (Pichuco)

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Anibal Troilo, detto Pichuco e chiamato a volte “gordo”, è tra i più importanti direttori d’orchestra del tango argentino, oltre che il più grande bandoneonista di tutti i tempi. Alla sua epoca era già considerato “el bandoneon mayor de Buenos Aires”, non tanto per il virtuosismo, quanto per il sentimento che metteva nel suo modo di suonare. La sua orchestra è tra le quattro principali del Tango argentino, quelle che non possono mai mancare nella selezione musicale di una milonga:

  • Orchestra di Osvaldo Pugliese
  • Orchestra di Anibal Troilo
  • Orchestra di Carlos Di Sarli
  • Orchestra di Juan D’Arienzo

Abbiamo già avuto modo di parlare dell’orchestra di Osvaldo Pugliese in un precedente articolo, quindi oggi ci dedichiamo ad Anibal Troilo, che è stato ed è tuttora amatissimo dagli argentini, e più in particolare dai porteñi, non solo per le sue grandi capacità artistiche, ma anche per il suo temperamento mite, la sua generosità, sensibilità, umiltà ed autenticità.

Anibal naque l’11 Luglio del 1914 a Buenos Aires, nel barrio Almagro (Abasto) in calle Cabrera 2937, dal matrimonio di doña Felisa Bagnolo e don Anibal Carmelo Troilo.
Il suo soprannome, “Pichuco”, gli venne dato dal padre quando era piccolissimo, e dovrebbe derivare dal napoletano “picciuso”, ovvero piagnucolone. Pochi anni dopo, in seguito alla morte della sorellina “Chichita”, la famiglia si trasferì in calle Soler 3280.
A 8 anni perse il padre, a 9 anni prese in mano per la prima volta un bandoneon di cui si appassionò immediatamente, tanto che la madre riuscì a comprargliene uno a credito per 120 pesos, 10 al mese, ma dopo la quarta rata il creditore non si presentò più né poterono rintracciarlo, quindi si può dire che il bandoneon di Troilo costò solo 40 pesos!

A 10 anni iniziò a prendere lezioni dal suo primo e unico maestro, Juan Amendolaro, ma i suoi idoli erano Pedro Maffia, Pedro Laurenz e Ciriaco Ortiz.
A 11 anni, nel 1925, debuttò nel cinema Petit Colon (tra av. Cordoba e calle Laprida) ricevendo subito un’ovazione dal pubblico, tanto che il cinema stesso lo assunse immediatamente nell’orchestra stabile che suonava durante i film muti. Da quel momento la sua carriera fu in costante ascesa. Iniziò a far vibrare il suo “fuelle“¹ in numerosi gruppi non solo di tango e cominciò a vivere le notti porteñe.

Nel 1929 venne integrato nel sexteto di Alfredo Gobbi, con il quale nacque una lunghissima amicizia, tanto che alla sua morte Pichuco gli dedicò il tango strumentale “milonguero triste”. Nella stessa orchestra suonava anche il grandissimo pianista Orlando Goñi, che divenne poi l’arrangiatore ed elemento chiave dell’orchestra dello stesso Troilo. Nello stesso anno integrò anche la famosa orchestra di Juan Maglio “Pacho” che suonava nel café Germinal.

Nel 1930 fece parte del sexteto Vardaro-Pugliese nel quale ebbe l’occasione di suonare insieme a musicisti del livello di Osvaldo Pugliese e Ciriaco Ortiz. L’anno seguente venne integrato nell’orchestra di Adolfo Carabelli e suonò per la Tipica Victor.
Nel 1932 formò parte della fila di bandoneon dell’orchestra sinfonica di Julio De Caro che vinse il “Certamen nacional de Orquestas”. Nel 1933 suonò con l’orchestra di Vardaro nel dancing “TA-BA-RIS e a L.R.3 Radio Belgrano e arrivò anche al cinema, suonando nel film “Los tres berretines”. L’anno successivo venne integrato temporaneamente nell’orchestra di Angel D’Agostino e nel 1935 suonò anche per l’orchestra di Juan D’Arienzo come rinforzo ai bandoneones in alcune registrazioni (es: “sabado ingles”).
Nel 1936 suonò ancora per l’orchestra di Emilio Vardaro nel film “Radio Bar” e per quella di Ciriaco Ortiz in Radio El Mundo, nel 1937 integrò l’orchestra di Juan Carlos Cobian e, ancora con Vardaro, suonò nel film “muchachos de la ciudad”.

Fu proprio verso la metà del 1937 che finalmente Pichuco formò la sua prima orchestra (un quintetto) dal nucleo di quella di Juan Carlos Cobian e debuttò il 1 Luglio nel Dancing Marabù in calle Maipù 365 (dove ancora si balla e si esibiscono orchestre) con il cantor Francisco Fiorentino, che essendo ex-sarto, confezionò per l’occasione i vestiti per tutta l’orchestra!
La prima incisione dell’orchestra di Anibal Troilo fu un disco della Odeon contenente “Comme el Faut” di E. Arolas e “Tinta Verde” di A. Bardi (1938). Da quel momento la sua orchestra, che includeva Orlando Goñi al piano, iniziò a suonare nei tantissimi locali di Buenos Aires e in radio, riscontrando un enorme successo ed incidendo moltissimi tangos di grande qualità con il cantor Francisco Fiorentino ed alcuni con Alberto Marino

Dal 1947 l’orchestra di Troilo integrò tra gli strumenti anche la viola ed incise con le voci di altri importanti cantanti come Edmundo Rivero, Floreal Ruiz, Jorge Casal, Angel Cardenas, Roberto Goyeneche e Tito Reyes. Negli stessi anni continuò la sua attività cinematografica suonando nei film “El tango vuelve a Paris” (1947), “Mi noche triste” (1952), “Vida Nocturna” (1955), “Buenas Noches Buenos Aires” (1964) e infine “Esta es mi Argentina” (1974).

Dal punto di vista musicale, Anibal Troilo diede gran risalto alla melodia e al cantor, che nella sua orchestra non era più un semplice “estribillista” (cantante di ritornelli), ma uno strumento fondamentale, che in simbiosi con gli altri, doveva creare quell’armonia tra melodia, letra (testo) e ritmo per ballare. Il “sonido” dell’orchestra di Troilo è considerato “brillante”, caratterizzato da ricchi arrangiamenti con rapidi passaggi dallo staccato (ritmico) al legato (melodico). Tra i vari grandi musicisti della sua orchestra, il pianista Orlando Goñi è stato un elemento chiave, che ha sviluppato un nuovo stile di suonare il piano conosciuto come “marcaciòn bordoneada”.

Pichuco a volte diceva: “Cuando formé mi orquesta, mi ambiciòn era que, en conjunto, mi orquesta lograse cantar como Gardel“². E come Gardel, Troilo è salito nell’olimpo del tango di Buenos Aires.

Come compositore, Troilo fu un grande melodista. Ricordiamo qui alcuni dei suoi tangos più famosi: “Toda mi vida” (1941), “Barrio de tango” (1942), “Pa’ che bailen los muchachos” (1942), “Garua” (1943),”Garras” (1945), “Romance de barrio (Vals, 1948), “Sur” (1948), “Che, bandoneon” (1950), “Responso” (1951).

Il 17 maggio 1975 nel Teatro Odeòn, Pichuco suonò per l’ultima volta in pubblico chiudendo il concerto con uno dei suoi più amati tangos: “Sur”, cantato da Edmundo Rivero. La mattina dopo si sentì male e fu portato al Hospital Italiano dove la stessa notte lasciò per sempre la sua amata Buenos Aires e questo mondo… Ma il Tango, a cui dedicò tutta la sua vita, lo ha reso immortale.

 

 

 

¹ Fuelle = bandoneon
² Traduzione: quando ho formato la mia orchestra, la mia ambizione era che, insieme, la mia orchestra riuscisse a cantare come Gardel

Fonti:
– Vari autori, “La Historia del Tango”, tomo 16, ed. Corregidor; 
– Michael Lavocah, “La musica nos lleva”, ed. ATS
– Jose Gobello, “Mujeres y Hombres que hacieron el Tango – sus biografias, ed. Libertador
– Eduardo Berti, “Porqué escuchamos a Anibal Troilo”, ed. Gourmet musical
– Todotango.com

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