Tango: Las Cuarenta

Genere: Tango
Anno: 1937
Musica: Roberto Grela
Testo: Francisco Gorrindo

Versioni / Orchestre:

  • Orchestra Francisco Lomuto, canta Jorge Omar (1937)
  • Orchestra Francisco Canaro, canta Roberto Maida (1937)
  • Canta Charlo con accompagnamento di chitarre (1955)
  • Orchestra Juan D’Arienzo, canta Alberto Echague (1969)

Note storiche: questo bellissimo brano fa parte dei cosiddetti tangos di protesta sociale, nei quali si evidenzia la condizione malata della società del tempo, tra i quali figura anche il celebre “Cambalache” di Enrique Santos Discepolo.
Il titolo “Las cuarenta” viene dal gergo lunfardo “cantar las cuarenta” che allude al momento del gioco in cui si scoprono le carte e si dichiara ciò che si ha in mano. In senso figurato è come voler dire al mondo ciò che si pensa.
Proprio per il suo contenuto di denuncia sociale, questo, come tanti altri tangos del genere, fu soggetto alla censura del governo militare che ne proibì la diffusione radiofonica dal 1943 al 1949.

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Testo originale (letra) in spagnolo/lunfardo

Con el pucho de la vida apretado entre los labios,
la mirada turbia y fría, un poco lerdo el andar,
dobló la esquina del barrio y, curda ya de recuerdos,
como volcando un veneno esto se le oyó acusar.

Vieja calle de mi barrio donde he dado el primor paso,
vuelvo a vos, gastado el mazo en inútil barajar,
con una llaga en el pecho, con mi sueño hecho pedazos,
que se rompió en un abrazo que me diera la verdad.

Aprendí todo lo malo, aprendí todo lo bueno,
sé del beso que se compra, sé del beso que se da;
del amigo que es amigo siempre y cuando le convenga,
y sé que con mucha plata uno vale mucho más.

Aprendí que en esta vida hay que llorar si otros lloran
y, si la murga se ríe, hay que saberse reír;
no pensar ni equivocado… ¡Para qué, si igual se vive!
¡Y además corrés el riesgo de que te bauticen gil!

La vez que quise ser bueno en la cara se me rieron;
cuando grité una injusticia, la fuerza me hizo callar;
la experiencia fue mi amante; el desengaño, mi amigo…
Toda carta tiene contra y toda contra se da!

Hoy no creo ni en mí mismo. .. Todo es grupo, todo es falso,
y aquél, el que está más alto, es igual a los demás…
Por eso, no has de extrañarte si, alguna noche, borracho,
me vieras pasar del brazo con quien no debo pasar.

Testo tradotto in italiano

Con la sigaretta della vita stretta tra le labbra
lo sguardo torbido e freddo, fiacco nell’andare,
attraversò l’incrocio del quartiere, ubriaco di ricordi,
come versando un veleno, lo si sentì accusare.

Vecchia strada del mio quartiere dove ho fatto i primi passi,
torno da te, logorato il mazzo dall’inutile mescolare,
con una piaga nel petto, con i miei sogni fatti a pezzi,
che si ruppero in un abbraccio che mi rivelò la verità.

Ho imparato tutto il male, ho imparato tutto il bene,
so del bacio che si compra, so del bacio che si da;
dell’amico che è amico sempre e quando gli conviene,
e so che con tanto denaro uno vale molto di più.

Ho imparato che in questa vita bisogna piangere se gli altri piangono
e, se la murga¹ se la ride, bisogna saper ridere;
non pensare neanche per sbaglio… per che cosa, se tanto si vive lo stesso!
E corri anche il rischio che ti battezzino fesso.

La volta che volli essere buono mi risero in faccia;
quando gridai un’ingiustizia, a forza mi hanno fatto tacere;
l’esperienza fu mia amante; il disinganno, mio amico…
ogni carta ha un contro e ogni contro si presenta!

Oggi non credo neanche in me stesso… tutto è menzogna, tutto è falso,
e quello che sta più in alto, è uguale a tutti gli altri
per questo non devi sorprenderti se, certe notti, ubriaco,
mi vedrai passare a braccetto con chi non devo passare.

¹murga: banda di musica e ballo popolare di carattere satirico/politico che si esibisce nelle strade durante il carnevale nei paesi rioplatensi (Uruguay e Argentina).

Fonti:
“Tango, Letras y Letristas”, José Gobello, primo volume
“Tangos de protesta: la censura en el tango”, rivista “Tango y Cultura Poular, n. 137, Angel Mario Herreros, 2012
todotango.com
wikipedia.org

 

articolo a cura di: Manuela D’Orazio

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