Tra le 4 principali orchestre del Tango Argentino troviamo quella diretta dal grande Juan D’Arienzo, violinista, compositore e direttore, detto “El rey del compas” (il re del ritmo). Questo soprannome gli fu dato dal presentatore del cabaret Chantecler di Buenos Aires (calle Paranà 440) Angel Sanchez, detto Principe Cubano, che presentando l’orchestra di D’Arienzo attorno al 1930 disse: “se io sono il Principe, lui è il Re… del ritmo!”
Juan nacque a Buenos Aires il 14 Dicembre del 1900 nel quartiere di Congreso, tra Hipólito Yrigoyen e Cevallos, da una famiglia italiana emigrata in Argentina alla fine del XIX secolo. I suoi genitori si chiamavano Alberto e Amalia. Il fratello di lei, Don Alfredo Améndola, era un importante impresario della fonografia argentina e Alberto, il padre di Juan, era rappresentante commerciale di due note case discografiche di quegli anni.
La famiglia D’Arienzo, quindi, non ebbe mai problemi economici e presto nacquero gli altri due fratelli, Ernani e Josefina. Tutti e tre si dedicarono alla musica: Ernani come pianista e batterista Jazz, Josefina come pianista e cantante e Juan come pianista e in particolar modo violinista. A soli 11 anni fu chiamato a suonare il violino nel teatro infantile del giardino zoologico con il pianista Angel D’Agostino. Tra i due nacque una duratura amicizia ed entrambi diventarono grandi direttori d’orchestra nel panorama del tango argentino.
Nel 1918 inizia la sua carriera nel tango: viene ingaggiato come secondo violino dal compositore direttore d’orchestra della guardia vieja Carlos Posadas. Nel 1919-20 integrò con D’Agostino una compagnia teatrale e insieme suonarono nei teatri e nelle sale da ballo accompagnando il famoso ballerino “El Mocho” e la compagna “La Portuguesa“.
Nel 1921 integra la Select Jazz Band che animava i film del cinema muto nell’omonima sala e nell’anno successivo fece lo stesso al cinema Real.
Nel 1923 integra l’orchestra Jazz del noto direttore Nicolas Verona, dove Lucio Demare suonava il piano.
Dal 1925 al 1927 suonò nell’orchestra del Cinema Paramount e in quelle di Anselmo Aieta e di Francisco Capranico nel cinema Hindù insieme al pianista Luis Visca. Con quest’ultimo, nel 1927, formò una propria orchestra con Carlos Dante come cantor. Con la stessa orchestra, nel 1928 si esibì nei cabaret Florida Pigall e Chantecler.
In quegli anni fu chiamato dallo zio Amendola per incidere dei tangos con la sua casa Electra. Tra queste prime incisioni di D’Arienzo troviamo il suo tango “Callejas solo” che fu poi ribattezzato “Nada mas”, “Esta noche me emborracho” cantato da Carlos Dante e “Soy un arlequin” cantato da Francisco Fiorentino.
Nel 1930 Visca si ritira per qualche anno dalla scena musicale e D’Arienzo prende in mano l’orchestra che si esibirà stabilmente fino al 1960 nel cabaret Chantecler, situato tra le vie Corrientes e Lavalle, che divenne il tempio del tango dove andavano personaggi come Gardel, Razzano, Cadicamo, Flores, Pepita Avellaneda (che lavorava lì) e tantissimi altri. La fama fu così grande che l’orchestra di D’Arienzo suonando “Chirusa” nel Chantecler venne inserita nel primo film sonoro argentino “Tango!” del 1933 nel quale possiamo vedere tanti altri illustri personaggi del tango dell’epoca (disponibile su youtube in lingua originale).
Nel 1935 entra nell’orchestra di D’Arienzo il pianista Rodolfo Biagi che con le sue “manos brujas”, rende ancora più marcato il compas rapido e giocoso del 2×4 tradizionale, contribuendo ad accrescere ulteriormente l’enorme successo di Juan D’Arienzo. Nello stesso anno, infatti, D’Arienzo venne chiamato dalla casa discografica Victor per un contratto a vita, diventando uno dei suoi più fruttuosi artisti di sempre.
Delle tantissime incisioni di quegli anni con Biagi ricordiamo grandissimi successi come “La payanca”, “valsecito criollo”, “milonga vieja milonga”, “Paciencia” (composto dallo stesso D’Arienzo).
Nel 1938 Biagi lasciò l’orchestra di D’Arienzo per creare la propria, ma l’impronta ritmica e vivace che aveva apportato (e che proveniva dal tango della guardia vieja), perdurò nel tempo, consacrando Juan D’Arienzo come l’idolo dei giovani milongueros (frequentatori delle milonghe). Infatti, dopo un periodo in cui il tango si era connotato come “un pensamiento triste que se baila” – usando le parole di Enrique Discepolo – dai toni melodici, sentimentali e malinconici ed il protagonismo dei cantanti (vedi Gardel), D’Arienzo fa rinascere il tango come musica per ballare e fa tornare in auge il genere tra le nuove generazioni, scatenando l’apoteosi degli anni ’40 (l’epoca d’oro del tango).
D’Arienzo stesso, in diverse interviste, espresse chiaramente la sua opinione: se non c’è ritmo, non c’è tango (qui l’intervista integrale tradotta in italiano).
Dopo Biagi, al piano subentrò Juan Polito e successivamente Fulvio Salamanca e continuarono i grandi successi, grazie anche alle voci di Alberto Echague, Hector Mauré, Carlos Casares, Alberto Reynal, Armando Laborde ed altri.
Il tango di D’Arienzo mantenne nel tempo il suo stile ritmico e vivace, ma dopo il 1941 divenne meno nervoso e più morbido, ottenendo un perfetto connubio tra ritmo e melodia con Mauré e successivamente con Laborde.
Anche se D’Arienzo non è molto amato da alcuni cultori del genere perché ritenuto una sorta di demagogo del tango, tutti noi appassionati milongueros non possiamo che ringraziarlo infinitamente! Forse senza di lui oggi il Tango non sarebbe così diffuso e ballato da milioni di persone in tutto il mondo.
Quindi, oggi 14 Dicembre festeggiamo i 121 anni dalla sua nascita!
Grazie Juancito!
E chiudiamo questo articolo sulle note di un meraviglioso tango da te composto ed interpretato dalla voce sublime di Hector Mauré: “Ya lo ves”, anno 1941.