Genere: Tango
Anno: 1942
Musica: Mariano Mores
Testo: José Maria Contursi
Versioni/Orchestre:
- Orchestra Anibal Troilo, canta Francisco Fiorentino (1942)
- Lucio Demare, solo piano, 1957
- Orchestra Miguel Calò, canta Marga Fontana (1965)
- Orchestra Attilio Stampone, canta Hugo Marcel (1977)
La storia d’amore tra José e Gricel: José Maria Contursi – figlio del grande drammaturgo, compositore e letrista Pascual Contursi – soprannominato Katunga dai suoi amici, scrisse le parole di questo tango per il grande amore della sua vita, Susana Gricel Viganò.
Gricel viveva con la sua famiglia a Capilla del Monte, cittadina sulle colline nei pressi di Cordoba, e un giorno, nella prima metà degli anni ’30 (probabilmente nel ’32 o ’33) venne invitata dalle sue amiche Nelly e Gory Omar (Nelly Omar fu una famosa cantante di Tango e attrice) a stare qualche giorno con loro a Buenos Aires. Fu proprio durante quel breve ma intenso soggiorno bonaerense che conobbe J. M. Contursi, un gran seduttore, assistendo ad un programma di Radio Stentor dove lui era annunciatore e le sorelle Omar cantavano. Quel giorno si presentarono l’un l’altra senza sapere che tra loro sarebbe nata una lunga e travagliata storia d’amore. Gricel tornò a Capilla del Monte ed iniziò a studiare il pianoforte, vinse anche dei concorsi di bellezza.
Passarono alcuni anni e nel 1938 Katunga si ammalò di febbre intestinale ed i medici gli consigliarono di andare a respirare aria pulita sulle colline cordobesi. Fu così che le sorelle Omar gli dissero: “ti ricordi di Gricel? Lei vive proprio lì, a Capilla del Monte, tra le colline di Cordoba”. José lasciò moglie e figli a Buenos Aires con la giustificazione della malattia e partì per i colli cordobesi, dove iniziò la sua storia d’amore con Gricel.
Tornato a nella capitale, Katunga trascorse un periodo grigio di tristezza e malinconia, che probabilmente ispirò il suo tango “En esta tarde gris“, e sentì la necessità di tornare da Gricel. Si inventò una nuova febbre intestinale e partì per Capilla del Monte lasciando la moglie in lacrime. L’amore tra José e Gricel si faceva sempre più grande ma lui si sentì in obbligo di tornare a Buenos Aires dalla sua famiglia. Questa decisione fece disperare Gricel, che da quel momento decise di non piangere più per lui. Da allora non si incontrarono più ma iniziarono a scambiarsi lettere, tra le quali un giorno apparve il testo di questo bellissimo tango che fu interpretato nel 1942 dall’orchestra di Troilo e la voce di Fiorentino. Gricel quindi diventò famosa nella sua città, continuò a vincere concorsi di bellezza ed iniziò a frequentare i balli dell’Hotel Victoria dove gli uomini non vedevano l’ora di ballare con lei. In quegli anni conobbe Jorge Camba con il quale si sposò nel 1949 ed ebbe una figlia, ma dopo alcuni anni lui l’abbandonò per un’altra donna. Lei, ormai rinforzata nel carattere, si dedicò a crescere sua figlia.
Nel frattempo José era rimasto vedovo. Gricel ne ebbe notizia dal famoso bandoneonista Ciriaco Ortiz, che le disse anche che il suo grande amore si stava distruggendo con l’alcol. Gricel decise allora di partire per Buenos Aires con sua figlia, e andò ad incontrare José nella Confiteria El Molino dove era solito trascorrere i suoi giorni a bere. Da quel momento i due tornarono a frequentarsi spesso, lui la ospitava nel suo appartamento in calle Chaco 20 ed i figli di Josè accompagnavano la figlia e la madre di Gricel a Capilla del Monte. Ma José non smetteva di bere. A quel punto Gricel gli disse: “vieni con me a Capilla del Monte ma lascia qui il whisky”. Così si trasferirono a vivere nei colli cordobesi e il 16 Agosto del 1967 , nella parrocchia di Capilla del Monte, finalmente coronarono il loro grande amore con il matrimonio. Una unione che, purtroppo, durò meno di 5 anni. Nel 1972 infatti, Katunga lasciò il tango e questo mondo.
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Testo originale (letra) in spagnolo/lunfardo
No debí pensar jamás
en lograr tu corazón
y sin embargo te busqué
hasta que un día te encontré
y con mis besos te aturdí
sin importarme que eras buena…
Tu ilusión fue de cristal,
se rompió cuando partí
pues nunca, nunca más volví…
¡Qué amarga fue tu pena!
No te olvides de mí,
de tu Gricel,
me dijiste al besar
el Cristo aquel
y hoy que vivo enloquecido
porque no te olvidé
ni te acuerdas de mí…
¡Gricel! ¡Gricel!
Me faltó después tu voz
y el calor de tu mirar
y como un loco te busqué
pero ya nunca te encontré
y en otros besos me aturdí…
¡Mi vida toda fue un engaño!
¿Qué será, Gricel, de mí?
Se cumplió la ley de Dios
porque sus culpas ya pagó
quien te hizo tanto daño.
Testo tradotto in italiano
Non ho mai dovuto pensare
a conquistare il tuo cuore
tuttavia ti ho cercata
fino al giorno che ti ho trovata
e con i miei baci ti ho stordita
senza che mi importasse della tua bontà…
la tua illusione fu di cristallo,
si ruppe quando partì
poiché mai, mai più tornai…
Quanto amaro fu il tuo dolore!
Non ti dimenticare di me,
della tua Gricel,
mi dicesti baciando
quel Cristo
ed oggi che vivo nella pazzia
perché non ti ho dimenticato
neanche ti ricordi di me…
Gricel! Gricel!
Mi mancò dopo la tua voce
ed il calore del tuo sguardo
e come un pazzo ti ho cercata
ma mai ti ho trovata
ed in altri baci mi sono stordito…
Tutta la mia vita è stata un inganno!
Che ne sarà, Gricel, di me?
Si è compiuta la legge di Dio
perché le sue colpe ha già pagato
chi ti ha fatto tanto male.
Fonti: todotango; “Tango, Letras y Letristas” vol.2 di J. Gobello, Taringa.net
Articolo redatto da: Manuela D’Orazio